Nayeon

Elaborazione del lutto attraverso la Realtà virtuale (VR)? Oggi si può! La perdita di una persona cara è seguita da una fase che può essere molto dolorosa. Qual è il ruolo della VR in questo scenario?

Che cos’è il lutto e come avviene la sua elaborazione secondo la psicologia

Il lutto è uno stato d’animo che si vive a seguito della perdita di una persona cara. Generalmente questo stato è caratterizzato da sentimenti tristi, rabbia, colpa o senso di vuoto. Elaborare il lutto è un processo molto importante per superare questa fase caratterizzata da questi sentimenti pesanti. È un percorso che varia da persona a persona, in alcuni casi il lutto non viene superato andando incontro ad un lutto patologico. Ciò potrebbe creare un trauma che si ripresenterà nel futuro, causando la comparsa di diversi disturbi.

Credits: Ariee.it

Il percorso di elaborazione è caratterizzato da una prima fase di negazione nella quale si nega quanto è accaduto perché increduli e in stato di shock. A seguire questa prima fase sarà quella caratterizzata dalla rabbia, nella quale si tende a dare la colpa a qualcuno o a se stessi a seconda delle situazioni. Da questa fase si arriverà a riprendere in qualche modo il controllo della propria vita, un aiuto è sicuramente l’appoggio di altre persone. Successivamente, la persona inizierà a prendere atto di quanto accaduto vivendo un periodo di depressione nel quale ci si rende conto che non è possibile ribellarsi al lutto. si arriva così a percorrere la via verso l’accettazione della perdita.

La Realtà Virtuale nello scenario dell’elaborazione del lutto

Nel serie televisiva Black Mirror, (di cui abbiamo già parlato nell’articolo La realtà virtuale come estensione delle capacità umane) il primo episodio della seconda stagione vede come protagonista una giovane donna che a seguito della perdita del compagno si serve della tecnologia per elaborare il lutto. Su suggerimento di un’amica, la giovane decide di affidarsi a un servizio online che permette alle persone di rimanere in contatto con i defunti. Questo particolare servizio arriverà a consegnarle un clone fisico del suo amato. Quanto si allontana dalla realtà questo episodio?

Nell’era digitale gli sviluppi in campo psicologico e terapeutico sono molteplici, non poteva quindi mancare il supporto della tecnologia nell’elaborazione del lutto. Ed è proprio la VR che ci permette di rivedere in un ambiente simulato un parente o una persona cara, il processo di elaborazione del lutto resta lo stesso, semplicemente cambia la modalità. I contenuti sono comunque generati ed elaborati dalle persone, che li esprimono in modo diverso.

Il caso del progetto “I Met You”

I Met You è un progetto coreano creato dalla Munhwa Broadcasting (un’emittente sudcoreana). Il 6 Febbraio 2020 l’emittente pubblica un video-documentario di una madre, Jang, che riabbraccia la figlia Nayeon morta a causa di una malattia. Il progetto si è occupato della graduale ricostruzione delle fattezze e della voce della bambina, a partire dalle fotografie e dai documenti audiovisivi che l’hanno immortalata nel corso della sua breve vita. Per creare l’avatar della bambina non erano sufficienti soltanto fotografie e video, infatti il progetto si è occupato di ricostruire i movimenti dell’avatar grazie a delle sessioni di motion capture effettuate da un’altra bambina della stessa età.

Riflessioni sul caso Nayeon

La tecnologia VR aiuta all’elaborazione del lutto? O al contrario ostacola questo processo? Guardare le fotografie o vedere i video della persona defunta può essere paragonato ad incontrare la stessa in una realtà simulata? Quella che Jang ha visto non è la figlia, ma una sua riproduzione virtuale in un mondo digitale creato su misura per realizzare il documentario: vederla in questi termini potrebbe significare non riuscire a elaborare il lutto, in tutto o in parte, e costringere la donna a conseguenze serie in termini di salute mentale.

Questo è il lato oscuro della tecnologia VR, sicuramente il rischio che tutto ciò possa creare dipendenza è da prendere in considerazione. In uno stato d’animo così particolare, può succedere che non si è abbastanza razionali da capire che è nella vita reale che si deve vivere e che in questa realtà quella persona non c’è più. Guardare ricordi come fotografie e video non ha sicuramente la stessa valenza dell’uso della VR che, in questo senso, permette di rendere più vivido il ricordo delle movenze, dello sguardo e della voce del defunto, impedendo che il tempo ne determini la cancellazione dalla memoria.

Conclusioni

Per concludere vorrei fare una riflessione personale: quando si parla della mente umana entrano in campo una serie di fattori strettamente individuali che, nel caso di queste applicazioni tecnologiche estreme, possono fare la differenza. L’affiancamento di uno psicoterapeuta potrebbe essere una soluzione all’eventuale rischio di rimanere “intrappolati” in un mondo che di fatto non esiste. La Realtà Virtuale potrebbe essere uno strumento utile all’elaborazione del lutto se usata con le giuste precauzioni. Come abbiamo i luoghi reali della memoria, rappresentati dai monumenti e dai cimiteri, potremmo anche avere un luogo virtuale dove commemorare i defunti.

fonti

Wired Quel che non vi hanno detto sulla madre che riabbraccia la figlia morta grazie alla realtà virtuale.
Medici Italia L’elaborazione del lutto nell’era digitale.
Guida Psicologi Tutto ciò che hai bisogno di sapere sull’elaborazione del lutto.
I Met You: cosa succede quando una madre incontra nella realtà virtuale la figlia morta? di Davide Sisto.