Ad oggi siamo ormai consapevoli di come lo sviluppo tecnologico sia a stretto contatto con lo sviluppo umano. La Realtà Virtuale (VR) fa sicuramente parte dell’evoluzione, infatti questa tecnologia permette di estendere le capacità umane. In che modo avviene ciò? Si tratta solo di estensione o anche di sostituzione?

Uomo e sviluppo tecnologico

Da sempre l’uomo ha avuto questa grande propensione verso lo sviluppo di tecnologie sempre più innovative volte ad estendere le capacità umane. In questi termini, la primissima tecnologia risale già a partire dai nostri antenati ominidi che crearono utensili di pietra e legno per procurarsi da mangiare. La prima scena del celebre film 2001: Odissea nello spazio diretto da Stanley Kubrick, vede come protagonisti degli ominidi davanti ai quali si erge un monolito alieno e venendovi per la prima volta a contatto, imparano istintivamente a maneggiare oggetti ed a usarli come utensili e armi per procacciarsi il cibo e per difendere il proprio territorio eliminando i nemici. L’ominide protagonista, dopo aver ucciso un nemico percuotendolo con un osso, gioisce gridando e lanciando l’arnese per aria.

Prima scena del film 2001: Odissea nello spazio.

La metafora del film fa riferimento al fatto che la tecnologia non è semplicemente una presenza ingombrante che influisce sulla vita delle persone, ma può diventare una componente costitutiva della cognizione, come il cervello, come le mani.
Il linguaggio stesso è una tecnologia, è il prodotto di una macchina formatasi per lenta evoluzione di strutture fisiologiche dedicate a scopi primari e poi adattate a nuove funzioni esclusivamente umane. Riuscite ad immaginare una vita senza linguaggio? Allo stesso modo, riuscite ad immaginare una vita senza il fuoco? O ancora senza lo smartphone?

L’ipotesi di Marshal McLuhan

Marshal McLuhan, sociologo canadese, fu il primo a parlare della tecnologia in termini di estensione delle capacità umane. Egli, infatti, parla dei media come estensioni del nostro corpo, come se fossero delle vere e proprie protesi usate per prolungare la nostra sensorialità. I nostri corpi sono biologicamente predisposti a interfacciarsi con l’ambiente circostante e con le tecnologie contenute in esso tramite processi di relazione e retroazione. Gli strumenti tecnologici di cui ci circondiamo, si incastrano indissolubilmente con il nostro organismo, al punto da estendere la nostra dimensione estetica.

Credits: Lenstore.fr

Queste tecnologie non solo estendono le nostre capacità, ma a volte le sostituiscono con una conseguente retroazione. Quindi, tutto questo, quanto può essere a vantaggio delle nostre capacità e in genere dello sviluppo umano? È l’altra faccia della medaglia delle nuove tecnologie, si tratta del lato oscuro di cui abbiamo parlato nell’articolo “The dark side of vr”. I media sono quindi strumenti artificiali che una volta innestati nel nostro tessuto sociale, sostituiscono i media naturali che prima svolgevano una determinata funzione. Facciamo un esempio: il medium “automobile” ha sostituito il medium naturale “piede”, è come se una parte del nostro corpo fosse soppressa per dare spazio al solo utilizzo della tecnologia, infatti ormai ci si sposta difficilmente a piedi.

Terzo episodio stagione 1 della serie tv Black Mirror

La teoria di McLuhan si fa strada nella serie tv Black Mirror ambientata in un ipotetico mondo futuro ricco di medium sempre più innovativi che estendono e sopprimono le capacità umane. L’idea di fondo che McLuhan sostiene è che le tecnologie apportano un grande cambiamento nella coscienza dell’individuo, tanto da penetrarsi in essa e modificarne i contenuti, da qui la celebre frase del sociologo “il medium è il messaggio”.

VR e AR come estensione di cosa?

Nei termini dell’intuizione mcluhaniana la Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR), sono state create dall’uomo per estendere in qualche modo le capacità umane. Cos’ha spinto l’uomo ad ideare la VR? Che cosa manca al corpo o alla mente umana che la VR è capace di estendere? Oppure la VR sta sostituendo qualche capacità umana già esistente?

Negli articoli in cui parliamo di “VR e militare” e “superare ansie e fobie attraverso la tecnologia VR”, abbiamo visto come la realtà virtuale sia stata creata per simulare degli ambienti reali con il fine di esercitare mente e corpo a quelle situazioni che probabilmente si presenteranno poi nella vita reale. In questi due casi esempio a cosa è servita la tecnologia VR? La risposta più semplice è che ci ha permesso di “vedere” e “vivere” quelle situazioni di vita reale nei limiti del possibile, ma in realtà se ci pensiamo un attimo ci accorgiamo che la realtà virtuale non ha fatto altro che estendere la nostra capacità cognitiva, la nostra capacità di immaginare.

Pokémon Go
Credits: Techgenyz.com

Altro esempio di estensione delle nostre capacità è sicuramente la realtà aumentata che qualche anno fa ha spopolato tra i giovani con Pokémon Go, un videogioco interattivo grazie al quale camminando per strada era possibile incontrare un “pokémon” ovviamente visibile soltanto dal proprio smartphone ma che comunque si muoveva negli spazi reali della città. In questo caso lo smartphone è sicuramente un’estensione della nostra vista in quanto senza di esso non potremmo vedere i “pokémon”, ma la tecnologia AR rimane un’innovazione che estende la nostra capacità cognitiva.

Conclusioni

McLuhuan sostiene che i media (qui intesi come “medium” ovvero mezzo, strumento) siano estensioni del proprio corpo così come gli occhiali ci permettono di vedere meglio, si tratta quindi di estensioni fisiche (figurativamente parlando). Ma il medium, la VR nel nostro caso, ha ormai il potere di estendere le capacità umane e in particolare la nostra mente, il nostro intelletto, la nostra cognizione. L’uomo nella sua storia ha sempre voluto estendersi ma soprattutto ha sempre semplificato quanto più possibile le cose continuando a creare sempre più tecnologia.

Fonti

F.Parisi, “La trappola di Narciso, l’impatto mediale dell’immagine fotografica“, Le lettere, Firenze, 2011.
F.Parisi, “La tecnologia che siamo“, Codice edizioni, Torino, 2019.
La profezia di McLuhan: «i media come estensione dei nostri sensi»