VR e disturbi psichiatrici

La Realtà Virtuale (VR) è una dimensione artificiale che copia in scala 1:1 un contesto, un avvenimento, un episodio del mondo reale.
Come abbiamo visto in altri articoli di questo blog, essa può essere usata per apprendere, per curare patologie fisiche e superare quelle psicologiche.

Vi sono però dei disturbi più radicati nella mente umana, non sempre facili da affrontare: si fa riferimento a disturbi psichiatrici quali ansia, attacchi di panico, agorafobia o fobie specifiche.
Queste patologie hanno in comune la tecnica terapeutica della “desensibilizzazione” (exposure therapy), che consiste nel sottoporre i soggetti ad uno stimolo sgradevole o traumatico, in modo da poterlo analizzare, affrontare e superare.

Sulla base dei risultati di diversi studi scientifici eseguiti dal 1995 ad oggi, si è evidenziato quanto la realtà virtuale sia utile a questo tipo di trattamenti, e che i risultati da essa ottenuti siano equivalenti se non migliori della terapia tradizionale.

Nel nostro articolo “Superare ansie e fobie attraverso la tecnologia VR” si abbiamo trattato in generale le fobie e come la Realtà Virtuale può intervenire.
In questo articolo, invece, analizzeremo vari tipi di patologie psichiatriche e gli specifici usi terapeutici del VR, con conseguenti vantaggi e svantaggi.

Cenni storici

La storia del VR è più lunga e complessa di quanto ci si aspetti: questa tecnologia infatti trova le sue origini addirittura negli anni ’30, in ambito di addestramento militare.
Nell’articolo “La Storia della realtà virtuale” si parla più approfonditamente dell’evoluzione e della crescita di questo strumento rivoluzionario.
Il primo storico utilizzo che ci interessa in questa sede è in ambito terapeutico, e risale solo al 1995: in questa data, la professoressa Rothbaum e colleghi utilizzano il VR per il trattamento dell’acrofobia (paura delle altezze).
I buoni risultati ottenuti dalla Rothbaum hanno condotto a ulteriori esperimenti in ambito terapeutico per un numero sempre maggiore di patologie e di disturbi psichiatrici.

Acrofobia: la paura delle altezze.
Foto di lostudiodellopsicologo.it

Vantaggi e svantaggi del VR in ambito terapeutico

I vantaggi di questa tecnologia sono svariati:

  • Elevato controllo che il terapeuta è in grado di esercitare sulla simulazione (aumentando o diminuendo lo stimolo), e sul paziente;
  • facile replicabilità del contesto o dello stimolo;
  • grande varietà di contesti e stimoli riproducibili tramite il VR.

Al contrario, però, non si possono escludere diversi svantaggi che la Realtà Virtuale ha sollevato nel corso degli anni: il primo è il costo proibitivo, che per anni è stato lo scoglio principale per la ricerca. Questo ostacolo è stato superato con i moderni dispositivi VR per computer e per smartphone dal costo più accessibile.
Un ulteriore problema da affrontare è quello dei difetti di progettazione: gli errori a livello di programmazione possono provocare fastidiosi “glitch“, ossia distorsioni dell’interfaccia grafica del programma. Questo tipo di inconveniente può disturbare l’interazione tra utente e macchina, rovinando l’esperienza immersiva e, potenzialmente, causando un parziale fallimento della terapia.
Questo tipo di ostacolo è superabile attraverso l’addestramento dei terapeuti alla risoluzione di questi glitch, che tuttavia può essere di apprendimento lungo e non sempre alla portata di tutti.

Foto di donna con effetto glitch
L’effetto di distorsione ottenuto a causa di un glitch. Gli elementi dell’immagine risultano fuori posto e i bordi delle figure distorti o alterati.

Disturbi psichiatrici e conseguenti applicazioni

I disturbi psichiatrici che andremo ad analizzare sono legati in larga misura all’ansia: tra questi troviamo il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale), il disturbo di panico, l’agorafobia e le fobie specifiche.

Disturbo d’ansia generalizzata

Il disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è una condizione psichiatrica che comporta un persistente, eccessivo ed intrusivo stato di preoccupazione. Questo stato mentale rende difficile o addirittura impedisce al paziente di svolgere persino le attività quotidiane.

Questo è l’ambito in cui il VR ancora fatica a trovare una utilità rilevante: questo poiché è più complesso cercare di stabilire una standardizzazione per i diversi fattori ansiogeni degli individui.
Inoltre, lo studio preso in esame, condotto da Alessandra Gorini e colleghi, ha un campione di individui molto ridotto (20 soggetti), e non è stato in grado di produrre evidenze di migliori o peggiori risultati ottenuti con il VR rispetto al metodo tradizionale.
Questi ostacoli, in ogni caso, spingono la comunità scientifica a porsi ulteriori domande e a compiere ulteriori esperimenti in questo ambito.

Inoltre, è stato dimostrato che la Realtà Virtuale può essere utile per i pazienti negli esercizi di rilassamento e di respirazione, che contribuiscono al superamento dei sintomi somatici.

Raffigurazione del Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD).
Foto di danieleterriaca.it

Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)

Il disturbo d’ansia sociale (SAD) è una condizione psichiatrica in cui il paziente prova ansia nelle situazioni di socializzazione, temendo il giudizio degli altri.

In questo caso, la Realtà Virtuale permette al soggetto di immergersi in un contesto stressante (una conversazione con un’altra persona, una classe, un auditorium o una sala conferenze), con un uditorio virtuale.
Lo studio di Geneviève Robillard e colleghi evidenzia come i risultati ottenuti dai pazienti tramite VR siano equivalenti a quelli della terapia tradizionale, ma migliori alle condizioni di controllo.
Inoltre, viene sottolineato come gli effetti benefici vengano mantenuti anche ad un anno di distanza dal trattamento.

L’effetto di “catastrofizzazione” e di paura del giudizio altrui nel Disturbo d’Ansia Sociale (SAD).
Foto di psicoterapiascientifica.it

Disturbo di panico e agorafobia

I disturbi di panico e agorafobia (PDA) sono disturbi psichiatrici trattati insieme poiché producono effetti fisiologici e cognitivi simili (palpitazioni, sudorazione, sensazione di soffocamento, ma anche paura di morire).
Queste patologie portano il soggetto ad evitare tutti i luoghi o le situazioni che provocano questo tipo di sensazioni.

In questo ambito, la Realtà Virtuale permette di replicare un vasto insieme di ambienti traumatici (come tunnel, parcheggi, piazze o autostrade).
Lo studio di Francesco Vincelli e colleghi ha confermato i buoni risultati visti nel precedente studio; inoltre, ha osservato che la risposta al trattamento da parte dei pazienti che utilizzano il VR è stata migliore, e ha richiesto meno sessioni di trattamento.
Inoltre, si osserva che gli effetti benefici a lungo termine sono più persistenti, in tutte le fasce di mantenimento (tre, sei, nove e dodici mesi).

Agorafobia: paura degli spazi aperti o affollati, con conseguente possibilità di un attacco di panico.
Foto di psicologo-prato.it

Specifiche Fobie

La Specifica Fobia è una paura o stato d’ansia provocato da uno specifico oggetto o situazione (come l’aracnofobia, ossia la paura dei ragni, o la paura di volare).
Anche questo tipo di disturbo viene superato attraverso la terapia di desensibilizzazione, tramite metodo tradizionale o simulazione in VR.

Lo studio di Margot Ferrand e colleghi ha riportato che non solo i soggetti sottoposti alla terapia in VR hanno avuto significative riduzioni d’ansia legata al volo, ma anche un incremento del piacere di volare successivamente al trattamento.
Inoltre, si evidenzia un importante cambiamento di comportamento (per esempio, un evitamento sempre più ridotto).
Infine, si riscontra come gli effetti benefici successivi alla terapia siano mantenuti fino a tre anni.

Trattare l’aracnofobia con il VR.
Foto di vpchothuegoldenking.com

Conclusioni

Tutti questi studi hanno riportato ottimi risultati sia a breve che a lungo termine, permettendo ai terapeuti di utilizzare sempre più la tecnologia VR.
Questo miglioramento sistematico permette anche al paziente di evitare i pesanti effetti che i farmaci hanno sulla psiche.

Inoltre, la diffusione sempre più capillare dei sistemi VR “a costo accessibile” permetterà ai ricercatori di usare questi strumenti per esperimenti futuri.
In questo modo, sarà possibile superare i problemi metodologici (campioni limitati, procedure non rigorose, mancanza di comparazione) avuti finora.
La Realtà Virtuale, negli anni a venire, permetterà di simulare e superare sempre meglio sempre più disturbi psichiatrici, con risultati sempre più a lungo termine.

Fonti

Jessica Maples-Keller è ricercatrice presso il Department of Psychiatry and Behavioral Sciences dell’Emory University School of Medicine di Atlanta, Georgia (USA).
J. Maples-Keller et al., The use of virtual reality technology in the treatment of anxiety and other psychiatric disorders, in Harvard review of psychiatry, vol. 25(3), (2017), pp. 103-113. in National Center for Biotechnology Informationncbi.nlm.nih.gov“.

Alessandra Gorini è Dottoressa presso l’Istituto Auxologico Italiano di Milano, e collaboratrice presso l’Applied Technology for Neuro-Psychology Lab dello stesso Istituto.
A. Gorini et al., “Virtual reality in anxiety disorders: the past and the future“, in Expert Rev Neurother. vol. 8(2), 2008, pagg. 215-33, in National Library of Medicinewww.pubmed.ncbi.nlm.nih.gov“.

Barbara Olasov Rothbaum è Psicologa presso la Emory University School of medicine di Atlanta, Georgia (USA).
Rothbaum et al., “Effectiveness of Computer-Generated (Virtual Reality)
Graded Exposure in the Treatment of Acrophobia
“, in “citeseerx.ist.psu.edu“.

Jeneviève Robillard è senior innovator advisor della Region de Ottawa, Canada, ed è stata per 17 anni coordinatrice del laboratorio di ricerca di cyberpsicologia presso l’Université du Quebec en Outaouais.
J. Robillard et al., “Using virtual humans to alleviate social anxiety: Preliminary report from a comparative outcome study“, in Studies in Health Tecnology and Informatics, 154(1), 2010, in Researchgate, “researchgate.net“.

Francesco Vincelli è Psicologo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
F. Vincelli et al, “Experiential Cognitive Therapy in the Treatment of Panic Disorders with Agoraphobia: A Controlled Study“, in CyberPsychology & Behavior 6(3), pagg. 321-328, 2003, in Researchgate “researchgate.net“.

Margot Ferrand è affiliata dell’Hôpital Européen Georges-Pompidou (Hôpitaux Universitaires Paris-Ouest), Parigi (FR).
M. Ferrand et al., “A Cognitive and Virtual Reality Treatment Program for the Fear of Flying“, in Aerospace Medicine and Human Performance 86, 2015, pagg. 723-727, in Researchgate “researchgate.net“.