Un innovativo percorso terapeutico che si basa sull’utilizzo della Realtà Virtuale è stato messo in campo per combattere i disturbi alimentari.

Abbiamo già parlato di come l’utilizzo delle tecnologie della Realtà Virtuale e Aumentata hanno riscontrato molteplici risultati positivi nel trattamento di una serie di patologie. Dalla riabilitazione a disturbi psicologici come ansia, fobie e stress, la VR ha da anni un importante impatto nella ricerca terapeutica.

Quello che vogliamo approfondire oggi è il rapporto tra la Realtà Virtuale e la cura dei disturbi dell’alimentazione (DA o DCA). Negli ultimi anni si è infatti cercato di integrare queste tecnologie innovative nei percorsi psicoterapeutici. La VR si è dimostrata un possibile strumento per la modifica di un’immagine corporea negativa. Tramite gli ambienti virtuali è possibile porre a confronto due immagini corporee: quella reale, ottenuta dalla misurazione oggettiva del corpo del paziente, e quella che il soggetto percepisce, che deriva da come il paziente si vede.

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I disturbi dell’alimentazione: un’emergenza in crescita

Come riportato dal Ministero della Salute, dagli anni ‘90 l’accelerazione della globalizzazione di modelli e di stereotipi sociali, favorita dai nuovi mezzi di comunicazione digitale e le trasformazioni culturali delle abitudini familiari e sociali, hanno portato ad un’impennata dei casi di DCA. L’età in cui appaiono questi disturbi si è abbassata; possiamo vedere già bambini di 8-9 anni soffrire di anoressia; non mancano però casi nella fascia adulta, soprattutto per quanto riguarda il disturbo da alimentazione incontrollata.

Maggiormente diffusi tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, questi disturbi psichiatrici sono molto gravi. I pazienti che ne soffrono tendono ad una resistenza ai trattamenti terapeutici, mettendo in serio pericolo la salute di tutti gli organi e apparati del loro corpo.

Cosa sono i DCA nello specifico?

Quando si parla di disturbi del comportamento alimentare si distinguono le principali patologie:

  • Anoressia nervosa. Una preoccupazione rivolta costantemente al controllo dell’assunzione del cibo e del proprio corpo. I soggetti che ne soffrono sono incapaci di vedersi magri, nonostante la magrezza evidente, o hanno una percezione corporea alterata. La perdita di peso è considerata una conquista ottenuta grazie all’autodisciplina e al rigido controllo.
  • Bulimia nervosa. Caratterizzata dalla presenza di crisi bulimiche: episodi in cui una persona ingerisce una quantità significativa di cibo perdendo il controllo sul suo comportamento alimentare. A questo seguono inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED). Caratterizzato dalla presenza di crisi bulimiche in assenza di comportamenti di compensazione inappropriati per il controllo del peso. I soggetti soffrono di sovrappeso e obesità riportando sintomi di depressione, disturbi d’ansia e di personalità causati dall’insoddisfazione del proprio corpo.

In generale, i disturbi del comportamento alimentare o disturbi dell’alimentazione sono malattie determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano, chi ne è affetto, a vivere con una ossessiva attenzione alla propria immagine corporea. Da questo derivano condotte alimentari scorrette che compromettono gravemente la salute fisica. Per questo motivo il trattamento dei DA richiede strutture e personale altamente specializzati in cui sia garantita l’integrazione tra l’aspetto clinico-nutrizionale e quello psicologico.

Combattere i DA con la Realtà Virtuale

La Casa di Cura Villa Santa Chiara, centro di cura dei disturbi psichici, è la prima clinica in Italia a offrire un protocollo terapeutico che si avvale della Realtà Virtuale con risultati molto incoraggianti nella cura di disturbi psichici di vario tipo. Questo protocollo è stato ideato dal Prof. Giuseppe Riva (docente di Psicologia della Comunicazione all’Università Cattolica di Milano) e prevede l’affiancamento della VR nel tradizionale percorso psicoterapico, con molteplici declinazioni preparate personalmente per ogni paziente. La Realtà Virtuale viene usata anche per combattere i disturbi alimentari. La gestione di questa metodologia di cura richiede una duplice competenza: psicologica, di formazione cognitiva e comportamentale, e tecnica, con una solida esperienza informatica e di programmazione grafica.

Il Dott. Marco Vicentini, che collabora da anni con la clinica, spiega che:

“i benefici si vedono e sono documentabili per la maggior parte dei pazienti. In un numero limitato di sessioni si riesce ad avvicinarsi a risultati che altrimenti richiedono mesi di lavoro. Anche se – continua Vicentini – non devono mai mancare il dialogo, l’ascolto empatico del paziente e la creatività psicoterapeutica”

Un avatar per contrastare i DCA

Per il trattamento di DCA la clinica prevede l’utilizzo del concetto di Avatar come supporto alla terapia.

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Il Giornale della Scienze Psicologiche State of Mind descrive le fasi di questo percorso:

  • In una prima fase la paziente disegna al computer l’immagine di come “vede sé stessa”. Nello stesso tempo il terapeuta disegna una figura realistica della paziente. Si confrontano poi le due immagini e si traggono delle considerazioni.
  • Nella seconda fase alla paziente viene fatto indossare il casco della realtà virtuale per permetterle di affrontare, attraverso l’avatar, le situazioni che solitamente sono problematiche nei pazienti affetti da questo disturbo. Ad esempio fare la spesa, mangiare al ristorante, mostrarsi senza vestiti in piscina.
  • Infine, nella terza fase il paziente viene aiutato a gestire meglio le proprie emozioni “mandando avanti l’avatar al proprio posto”, così da potersi confrontare con le proprie difficoltà in una modalità protetta.

Attraverso questo percorso i pazienti hanno l’opportunità di immedesimarsi in ambienti e situazioni virtuali e correggere la distorsione dell’immagine del loro corpo. Indossando un caschetto, il paziente viene proiettato dalla realtà virtuale in diversi contesti, all’interno dei quali deve sperimentare e confrontarsi con le proprie ansie e difficoltà. Gli ambienti tridimensionali sono generati da un software e permettono al paziente di interagire grazie l’utilizzo di diversi strumenti: joystick, sensori di posizione, guanti e tute.

In tempo reale, il terapeuta che lo affianca è in grado di valutare le emozioni e i comportamenti del paziente. Migliora così la comprensione reciproca che permette di individuare i punti di debolezza e quindi di stabilire il più efficace percorso curativo.

Conclusioni

Possiamo considerare quindi la Realtà Virtuale come un innovativo strumento d’ausilio da affiancare alla tradizionale terapia. I vantaggi che ne derivano offrono un rilevante aiuto ai terapeuti, che con metodi sempre più efficaci e rapidi trattano le patologie psichiatriche, in questo caso i disturbi dell’alimentazione. Contemporaneamente, questi metodi donano una speranza in più per quei pazienti che ne soffrono e che non vedono una via d’uscita nella lotta continua di questo grave disturbo. Grazie alla Realtà Virtuale possono finalmente combattere contro questi disturbi alimentari.

Fonti

https://www.idego.it/virtual-reality/realta-virtuale-per-anoressia-bulimia/#:~:text=Nel%20contesto%20dei%20Disturbi%20della,del%20Comportamento%20Alimentare%20(DCA)

https://www.stateofmind.it/tag/disturbi-alimentari-dca/

https://www.crescita-personale.it/home.html

https://psycheblog.uk/

https://www.sanitainformazione.it/

http://www.italiasalute.it/302/Bulimia-e-anoressia-l’aiuto-della-realt%C3%A0-virtuale.html

http://www.salute.gov.it/portale/home.html