disabilità e VR

Abbiamo visto nell’articolo sul morbo di Alzheimer come le tecniche della VR intervengono contro questa malattia. In questo articolo discuteremo di quanto la realtà virtuale sia un ottimo strumento riabilitativo per le disabilità motorie. Parleremo di disabilità dovute ad ictus, morbo di Parkinson ma anche dovute a paralisi a seguito di incidenti.

La disabilità e i disagi ad essa connessi

Una persona con disabilità ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma. Un diversamente abile è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. Il mondo della disabilità ha vissuto profonde trasformazioni, ad oggi vi è un rinnovamento dei servizi e degli interventi a favore della persona con disabilità. Il cosiddetto processo d’inserimento dei portatori di handicap, oggetto delle politiche sociali, è diventato ormai un processo d’integrazione. Questi processi hanno come scopo principale quello di inserire una serie di aspetti che permettono agli individui di vivere secondo i propri valori e le proprie scelte. L’intento è quello di migliorare le proprie condizioni e rendere le differenze tra gruppi e persone socialmente accettabili.

Credits: radioincontroterni.it

Purtroppo però, soprattutto in Italia, siamo ancora lontani dal garantire una completa autonomia a persone disabili che potrebbero tranquillamente averla attraverso la garanzia alcuni servizi. È proprio qui che entra in gioco la realtà virtuale, uno strumento di accesso del tutto sicuro ad attività altrimenti non accessibili alla persona con disabilità motoria nei contesti di vita quotidiani. Pensiamo ad esempio a software che permettono di simulare una discesa sugli sci, un lancio con il paracadute o l’atto di suonare degli strumenti musicali. La realtà virtuale può inoltre offrire alcuni sistemi che permettono di proporre attività riabilitative che possono essere eseguite dal paziente anche nel contesto domestico con ovvi vantaggi sul piano dei costi e dell’efficacia dell’intervento stesso.

La realtà virtuale e le sue applicazioni per disabilità

Neuroriabilitazione

Recenti sviluppi nel campo delle neuroscienze, neurofisiologia e delle scienze computazionali hanno portato allo sviluppo di nuovi modelli per l’interpretazione dei meccanismi di funzionamento motorio. In questo contesto si è sviluppata la possibilità di utilizzare la VR anche in campo neuroriabilitativo. Diverse applicazioni cliniche e sperimentali hanno provato l’efficacia di queste tecnologie in pazienti con patologie neurologiche e motorie quali: ictus, morbo di Parkinson, disturbi della memoria. Diversi studi, suggeriscono infatti come essa possa essere impiegata per migliorare funzioni deficitarie o sull’esecuzione di attività motorie. Può essere un prezioso strumento per migliorare la qualità di vita del paziente oltre ad aumentare il coinvolgimento e la partecipazione della persona con disabilità. Gli studi in neuroscienze computazionali hanno dimostrato che il trattamento clinico con VR, permette un feedback specifico in termini di caratteristiche di movimento, un miglioramento dell’apprendimento motorio rispetto alle cure tradizionali.

Credits: cachet.dk

Riabilitazione in realtà virtuale di soggetti con disabilità dovuta a paralisi

Un altro importante applicativo vede la realtà virtuale come strumento per migliorare la mobilità motoria in pazienti paralizzati con lesioni a livello spinale.

Il film Avatar come spunto di una nuova tecnologia

Nel film Avatar il protagonista Jake Sully, un ex marine invalido, è stato incaricato di una missione che consiste nell’approdare in un nuovo mondo (Pandora) abitato da esseri umanoidi chiamati Na’vi. L’atmosfera di questo mondo è tossica pe gli umani, infatti, per la missione sono stati creati degli avatar. Si tratta di ibridi creati in laboratorio con geni umani e geni Na’vi, ma privi di coscienza propria. Ciascun avatar può essere utilizzato e controllato solo dall’essere umano il cui DNA è stato impiegato per comporlo. Il collegamento viene effettuato grazie a una speciale capsula tecnologica, dove il soggetto si stende e cade in una sorta di coma, funzionale a un trasferimento di coscienza e anima nell’avatar.

Jake controlla per la prima volta il suo avatar riuscendo sin da subito a camminare.

Dispositivi VR

Ciò che accade nel film è sicuramente fantascienza ma non è poi così lontano da quello che possiamo fare oggi con le nuove tecnologie. Un gruppo di sperimentatori, Donati e collaboratori (2016), hanno utilizzato un protocollo grazie al quale i pazienti riacquistavano la capacità di camminare autonomamente grazie all’uso della VR nonostante presentassero lesioni midollari gravi.

Alcuni esempi di apparecchiature utilizzate per permettere ai disabili di muoversi.
credits: angsaonlus.org

Il protocollo utilizzato da Donati prevedeva un ambiente virtuale immersivo. Il paziente utilizzava la sua attività cerebrale per controllare i movimenti del corpo dell’avatar attraverso un feedback visivo-tattile. Il tutto era accompagnato dall’uso di attuatori di arti robotici, un esoscheletro robotico e un sistema di andatura su un tapis roulant. Una volta che i pazienti imparavano a utilizzare i segnali cerebrali per controllare il passo attraverso la gamba robotica immaginavano i movimenti delle proprie gambe. Questo studio ha permesso di identificare come l’uso di VR porti miglioramenti somatici del controllo motorio a livello delle lesioni midollari. Sembra che l’immaginazione motoria del paziente di camminare mediata attraverso la realtà virtuale, porti un flusso continuo di feedback propriocettivi e tattili. Tutto questo favorisce una stimolazione della plasticità corticale e spinale portando un cambiamento dei circuiti neurologici attraverso connessioni motorie e sensoriali nella zona intorno alla lesione.

Conclusioni

Grazie alla realtà virtuale i pazienti con qualsiasi tipo di disabilità non solo possono fare riabilitazione fisica divertendosi, ma possono migliorare la propria autostima sentendosi almeno per un po’ più autonomi e indipendenti. Possono vivere esperienze, come sciare, che probabilmente non potrebbero vivere nella vita reale.

Fonti

La realtà virtuale nella riabilitazione delle disabilità motorie
Wikipedia: disabilità
Wikipedia: Avatar
Programma Scienziati in Azienda – XVII edizione, La realtà virtuale come supporto per lo sviluppo della sostenibilità e dell’efficienza del SSN, Claudia Rita Ventura, Valentina Urbano, Ester Ferraro, Vito Cianciaruso.