Gli organi di senso permettono all’uomo di interagire con l’ambiente circostante. A ognuno degli organi di senso corrisponde uno dei cinque sensi: occhi e vista, orecchie e udito, bocca e gusto, naso e olfatto, pelle e tatto. Vista e udito sono stati ampiamente approfonditi dagli studi della Realtà Virtuale (VR) in svariati campi, dall’intrattenimento all’insegnamento. Ma è possibile riprodurre il senso del tatto attraverso questa tecnologia?

Le tecnologie per la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata creano esperienze in grado di replicare le nostre sensazioni umane attraverso stimoli visivi e uditivi. Per questo motivo, queste tecnologie sono emerse nelle aree della comunicazione e dell’intrattenimento con l’obiettivo di rendere maggiormente avvolgente l’esperienza nei videogiochi. La realtà virtuale ha però anche altre applicazioni, potenzialmente molto utili.

In questo articolo andremo a vedere l’approccio di questa tecnologia al campo medico. In particolare, come si è potuto riprodurre il senso del tatto attraverso la realtà virtuale.

Stretta di mano "virtuale"
tecnoandroid.it

Gli studi contemporanei sull’applicazione della Realtà Virtuale in campo medico hanno avuto inizio nei primi anni 80, ma già in precedenza venivano impiegate immagini stereoscopiche a fini terapeutici. Negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica ha dato una forte spinta nella ricerca delle applicazioni cliniche della Realtà Virtuale.

Innumerevoli studi recenti hanno riscontrato risultati positivi nell’utilizzo della Realtà Virtuale nel trattamento di una serie di patologie. I disturbi d’ansia, le fobie, i disturbi da stress post-traumatico, l’autismo e la riabilitazione sono solo alcuni tra questi.

Il recupero dei feedback sensoriali

John Rogers, della Northwestern University, con la collaborazione di altri ricercatori, ha realizzato un modello di rivestimento artificiale che è in grado di aderire al corpo e permettere la riproduzione del senso del tatto. Se tale possibilità permette la piacevole sensazione di percepire virtualmente una stretta di mano o una carezza a distanza, facilita anche la difficile riabilitazione delle persone che hanno subito un’amputazione. Abituarsi all’uso di una protesi artificiale non è infatti semplice.

Una delle maggiori difficoltà riscontrate dall’utilizzo di una tradizionale protesi da parte di un paziente è la percezione della stessa come qualcosa di estraneo al proprio corpo. Questo è dovuto anche dalla mancanza di feedback sensoriali. Indossando la pelle sintetica sulla protesi, si possono avvertire sensazioni più o meno intense e recuperare quei feedback, sperimentando nuovamente la sensazione del tatto. In questo modo il cervello del paziente può percepire la protesi in maniera quasi naturale.

Come funziona la pelle sintetica?

La rivista scientifica Nature descrive questo dispositivo come un cerotto sottile che aderisce perfettamente al corpo. Una protesi robotica può essere rivestita di questa pelle che, attraverso una connessione wireless, trasmette vibrazioni meccaniche. Questi stimoli permettono a chi la indossa di percepire la forma degli oggetti che tocca.

John Rogers, della Northwestern University, spiega la creazione della pelle sintetica per riprodurre virtualmente il senso del tatto.

La tecnologia di Rogers e colleghi viene descritta come un fazzoletto quadrato che sfrutta una serie di attuatori, dei piccoli dispositivi capaci di convertire segnali elettrici in vibrazioni. Ogni attuatore è avvolto in un materiale flessibile che aderisce alla pelle. Il cerotto di pelle sintetica è connesso in modalità wireless a un tablet o a uno smartphone. Ogni volta che viene toccato lo schermo, la persona che indossa la pelle sintetica avverte una sensazione analoga a quella generata da un vero contatto fisico.

L’importanza del senso del tatto attraverso la Realtà Virtuale

Questa innovazione ha dimostrato un impatto clinico molto importante sulla riabilitazione e sulla terapia delle persone che hanno subito un’amputazione. Sebbene meno esplorato dalla Realtà Virtuale e Aumentata rispetto al senso della vista e dell’udito, concentrare l’attenzione di questo campo sul senso del tatto può portare quindi a innumerevoli vantaggi nelle interazioni, oltre ad ottenere degli utili benefici clinici.

I ricercatori prevedono dei possibili sviluppi futuri per rendere ancora più realistica la pelle sintetica. Si è pensato di dotarla ad esempio di una realistica sensazione termica. Nell’area dell’intrattenimento, questo potrebbe fare pensare a delle “mute” di pelle artificiale da indossare per vivere esperienze di Realtà Virtuale ancora più immersive. 

Fonti

https://www.impactscool.com/

https://www.digitalmosaik.com/blog/la-realta-virtuale-e-il-dialogo-con-la-medicina-scenari-di-applicazione/

https://medicinamoderna.tv

http://www.healthdesk.it

https://www.ilmessaggero.it/scienza